Mosca, ottobre 2007. In tre giorni la Duma ha approvato due leggi istitutive di altrettante Corporazioni di Stato. Enti pubblici economici in scala tutta soviet, queste strutture occupano oggi una posizione difficilmente sopravvalutabile nel tessuto politico-economico della Federazione.
Risale al 9 ottobre l’incorporazione in “Rostechnologhii”, holding hi-tech, di “Rosoboronexport”, il gigante degli armamenti. Questa operazione è destinata a dar vita ad un organismo che avrà il controllo completo sulla produzione e sull’export del bellico e delle tecnologie russi. “Rosoboronexport”, già monopolista delle esportazioni militari, che generano un flusso annuo superiore ai 6 miliardi di dollari USA, ha conosciuto un notevole accrescimento dei propri attivi negli anni recenti. Oltre alla proprietà del 25% di “OAO Sukhoj” (jet militari e civili), esso controlla holdings nei settori dei componenti elettronici, degli esplosivi industriali, nonché della metallurgia, grazie all’acquisizione del 41% di “VSMPO-AVISMA”, leader mondiale nella produzione di titanio. Dal 2005, “Rosobornexport” detiene il pacchetto di maggioranza di “Avtovaz”, principale produttore di autovetture russo, con una quota di mercato pari al 25,6%, seppure in costante flessione. Tale partecipazione dovrebbe ora essere dimessa, ed è di pochi giorni fa l’annuncio di un accordo programmatico di collaborazione di “Avtovaz” con il Gruppo Fiat.
A distanza di poche ore, l’11 ottobre, la Duma votava la costituzione della corporazione di Stato “Rosatom”. Questa verrà creata sulla base dell’Agenzia Federale per l’energia atomica. Il cuore del patrimonio della nuova struttura è l’“AO Atomenergoprom”, che raccoglie oltre 55 imprese dal valore complessivo di 40-50 miliardi di dollari. “Rosatom” controllerà agglomerati nel campo della sicurezza radioattiva, degli armamenti nucleari, della ricerca di settore.
Al pari di “Rostechnologhii, “Rosatom” sarà gestito da Mosca attraverso fiduciari nel consiglio d’amministrazione, ma otterrà una completa indipendenza finanziaria. Le corporazioni statali istituite con legge federale godono infatti di uno status particolare: esse sono sottratte dal controllo immediato dell’esecutivo, i vertici sono nominati direttamente dal presidente, i profitti non devono essere ridistribuiti. Come già avvenuto nel settore energetico con “Gazprom” e “Rosneft”, alcuni osservatori ritengono che ora “Rostechnologhii” sia destinato a divenire il ministero ombra dell’industria, e che la sua influenza si estenderà non solo sul settore degli armamenti e hi-tech, ma interesserà l’export russo nel suo complesso, trasformandolo in un interlocutore obbligatorio per gli addetti all’attività di commercio estero. A metà di settembre, l’allora premier Mikhail Fradkov, espresse riserve sull’opportunità della fusione Rostecnloghii-Rosobornexport, perlomeno in tempi immediati. Ma tra le molte cose cambiate nelle ultime settimane, c’è anche il nome dell’ospite della casa bianca.
Redazionale da materiale http://www.bbcrussian.com/, http://www.finansmag.ru/, http://www.vedomosti.ru/.
Risale al 9 ottobre l’incorporazione in “Rostechnologhii”, holding hi-tech, di “Rosoboronexport”, il gigante degli armamenti. Questa operazione è destinata a dar vita ad un organismo che avrà il controllo completo sulla produzione e sull’export del bellico e delle tecnologie russi. “Rosoboronexport”, già monopolista delle esportazioni militari, che generano un flusso annuo superiore ai 6 miliardi di dollari USA, ha conosciuto un notevole accrescimento dei propri attivi negli anni recenti. Oltre alla proprietà del 25% di “OAO Sukhoj” (jet militari e civili), esso controlla holdings nei settori dei componenti elettronici, degli esplosivi industriali, nonché della metallurgia, grazie all’acquisizione del 41% di “VSMPO-AVISMA”, leader mondiale nella produzione di titanio. Dal 2005, “Rosobornexport” detiene il pacchetto di maggioranza di “Avtovaz”, principale produttore di autovetture russo, con una quota di mercato pari al 25,6%, seppure in costante flessione. Tale partecipazione dovrebbe ora essere dimessa, ed è di pochi giorni fa l’annuncio di un accordo programmatico di collaborazione di “Avtovaz” con il Gruppo Fiat.
A distanza di poche ore, l’11 ottobre, la Duma votava la costituzione della corporazione di Stato “Rosatom”. Questa verrà creata sulla base dell’Agenzia Federale per l’energia atomica. Il cuore del patrimonio della nuova struttura è l’“AO Atomenergoprom”, che raccoglie oltre 55 imprese dal valore complessivo di 40-50 miliardi di dollari. “Rosatom” controllerà agglomerati nel campo della sicurezza radioattiva, degli armamenti nucleari, della ricerca di settore.
Al pari di “Rostechnologhii, “Rosatom” sarà gestito da Mosca attraverso fiduciari nel consiglio d’amministrazione, ma otterrà una completa indipendenza finanziaria. Le corporazioni statali istituite con legge federale godono infatti di uno status particolare: esse sono sottratte dal controllo immediato dell’esecutivo, i vertici sono nominati direttamente dal presidente, i profitti non devono essere ridistribuiti. Come già avvenuto nel settore energetico con “Gazprom” e “Rosneft”, alcuni osservatori ritengono che ora “Rostechnologhii” sia destinato a divenire il ministero ombra dell’industria, e che la sua influenza si estenderà non solo sul settore degli armamenti e hi-tech, ma interesserà l’export russo nel suo complesso, trasformandolo in un interlocutore obbligatorio per gli addetti all’attività di commercio estero. A metà di settembre, l’allora premier Mikhail Fradkov, espresse riserve sull’opportunità della fusione Rostecnloghii-Rosobornexport, perlomeno in tempi immediati. Ma tra le molte cose cambiate nelle ultime settimane, c’è anche il nome dell’ospite della casa bianca.
Redazionale da materiale http://www.bbcrussian.com/, http://www.finansmag.ru/, http://www.vedomosti.ru/.
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