Cina, India ed alcuni Paesi dell'Europa Orientale continuano ad attirare investimenti dal resto del mondo non solo per le favorevoli condizioni economiche offerte ma anche grazie a tassi di crescita molto sostenuti.
Secondo una graduatoria elaborata da Assocamerestero in base ad un indicatore sintetico su dati provenienti dai 48 Paesi in cui operano le Camere di Commercio Italiane all'Estero e riferiti ai primi otto mesi del 2007, sono questi territori, infatti, a costituire, insieme a parte dell'America Latina, la piattaforma ideale per avviare un'attivita' produttiva all'estero.
La Serbia, dove l'attivita' d'impresa presenta un costo unitario di circa 86 euro, risulta il paese piu' conveniente in Europa ed il 7' nella classifica generale. Tale valore, che sintetizza l'incidenza dei costi di manodopera (media ponderata di operai generici, specializzati, impiegati, quadri e dirigenti), elettricita', gasolio, benzina ed acqua, appare peraltro molto simile a quello della Cina, al 5' posto con un valore dell'indice pari ad 84 euro per unita' di produzione, determinato sia dal basso costo della manodopera che dagli altri fattori considerati.
La rapida crescita dell'Est Europa, cui stanno contribuendo proprio gli investimenti stranieri, ha pero' provocato, per alcuni di questi Paesi, una parziale riduzione della competitivita' dei fattori produttivi: ad esempio, e' il prezzo dei prodotti petroliferi a spingere a meta' graduatoria (al 19' posto) la Slovacchia, il cui Pil e' cresciuto nel 2007 ad un tasso dell'8,8, cosi' come sembra essere avvenuto per la Romania (14' posto) e la Repubblica Ceca (25'), dove permangono costi della manodopera mediamente bassi.
Se un operaio specializzato in Italia costa mediamente 1.995 euro al mese, in Romania ed in Bulgaria se ne pagano circa 300 e 200 in Cina; allo stesso modo, mentre un quadro costa in media circa 375 euro in Bulgaria, 600 in Romania e in Cina, in Italia lo stesso valore sale fino ai 3.300 euro.
Forte l'incidenza del risparmio sulla manodopera anche in India, al 15' posto con un valore di 152 euro per unita' di produzione, dove un operaio specializzato puo' costare mediamente 550 euro e un quadro 870, ed in alcuni Paesi come Egitto e Tunisia, al 3' e 9' posto in graduatoria.
La sponda mediterranea dell'Africa si presenta infatti come un interessante approdo per le imprese non solo per i costi del personale (un operaio non specializzato costa in media 60 euro al mese in Egitto e intorno ai 160 euro in Tunisia), ma anche, soprattutto in Egitto, per i prezzi di altri fattori come l'energia elettrica, che puo' costare anche 7 centesimi di euro al kWh, l'acqua (6 centesimi al m3) e i prodotti petroliferi (13 cent/l per il gasolio e 29 per la benzina).
La Serbia, dove l'attivita' d'impresa presenta un costo unitario di circa 86 euro, risulta il paese piu' conveniente in Europa ed il 7' nella classifica generale. Tale valore, che sintetizza l'incidenza dei costi di manodopera (media ponderata di operai generici, specializzati, impiegati, quadri e dirigenti), elettricita', gasolio, benzina ed acqua, appare peraltro molto simile a quello della Cina, al 5' posto con un valore dell'indice pari ad 84 euro per unita' di produzione, determinato sia dal basso costo della manodopera che dagli altri fattori considerati.
La rapida crescita dell'Est Europa, cui stanno contribuendo proprio gli investimenti stranieri, ha pero' provocato, per alcuni di questi Paesi, una parziale riduzione della competitivita' dei fattori produttivi: ad esempio, e' il prezzo dei prodotti petroliferi a spingere a meta' graduatoria (al 19' posto) la Slovacchia, il cui Pil e' cresciuto nel 2007 ad un tasso dell'8,8, cosi' come sembra essere avvenuto per la Romania (14' posto) e la Repubblica Ceca (25'), dove permangono costi della manodopera mediamente bassi.
Se un operaio specializzato in Italia costa mediamente 1.995 euro al mese, in Romania ed in Bulgaria se ne pagano circa 300 e 200 in Cina; allo stesso modo, mentre un quadro costa in media circa 375 euro in Bulgaria, 600 in Romania e in Cina, in Italia lo stesso valore sale fino ai 3.300 euro.
Forte l'incidenza del risparmio sulla manodopera anche in India, al 15' posto con un valore di 152 euro per unita' di produzione, dove un operaio specializzato puo' costare mediamente 550 euro e un quadro 870, ed in alcuni Paesi come Egitto e Tunisia, al 3' e 9' posto in graduatoria.
La sponda mediterranea dell'Africa si presenta infatti come un interessante approdo per le imprese non solo per i costi del personale (un operaio non specializzato costa in media 60 euro al mese in Egitto e intorno ai 160 euro in Tunisia), ma anche, soprattutto in Egitto, per i prezzi di altri fattori come l'energia elettrica, che puo' costare anche 7 centesimi di euro al kWh, l'acqua (6 centesimi al m3) e i prodotti petroliferi (13 cent/l per il gasolio e 29 per la benzina).
Fonte: www.emiliaromagna-pmi.it
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