lunedì 17 marzo 2008

Terreno in vendita. Rivolgersi all’Armata rossa.

Il Ministero della Difesa russo vuole liberarsi di una consistente parte del suo immenso patrimonio immobiliare. La notizia è riportata dalla BBC.

La misura è finalizzata al reperimento di risorse finanziarie, indispensabili per la costruzione di unità abitative per i militari in servizio e gli ufficiali in congedo. Quello degli alloggi, è un tasto dolente per l’esercito russo ancora dai tempi della disgregazione dell’URSS.
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Al termine del Patto di Varsavia, centinaia di migliaia di militari dislocati nell’Europa dell’Est e nelle repubbliche sovietiche dovettero rientrare in Russia. Per molti di essi, il problema di una sistemazione stabile non è stato ancora risolto. Secondo i dati ufficiali, al 1 gennaio 2008, necessitavano di tale aiuto 120.000 mila famiglie di ufficiali, in servizio o congedati.

Il neoeletto presidente della Federazione Russa, Medvedev, ha promesso di dare priorità alla questione, e la prospettata parziale dismissione delle proprietà militari, potrebbe inserirsi proprio in questa strategia.

L’Armata rossa dispone di un patrimonio immobiliare immenso, superiore all’estensione di un paese come la Grecia o la Bulgaria. Più di 135,82 mila chilometri quadrati, su cui, oltre alle installazioni propriamente belliche, sono edificati 7.640 centri abitati, per un totale di 175.639 stabili.

Con le forze armate ridotte a 1.1 milione di unità, contro i 4 milioni dei primi anni Novanta, la dismissione di parte delle strutture, la cui gestione annua costa alle casse statali quasi 1 miliardo di euro, può essere vista come una scelta corretta e all’insegna dell’efficienza.

Sebbene alcuni osservatori affermino come questa mossa dimostri la debolezza della macchina militare russa, la crescente generosità con cui il Cremino ha finanziato il Ministero della difesa negli ultimi anni, rende improbabile che lo spettro di una “bancarotta” abbia costretto alla svendita di strutture non essenziali.

Piuttosto, può avere giocato un ruolo rilevante la volontà di restituire al mercato alcuni lotti strategici, incuneati nei sobborghi delle grandi città e della stessa Mosca. La capitale in particolare, da tempo soffre della scarsità di aree edificabili, e una diversa destinazione dei terreni in cachi avvantaggerebbe non solo l’esercito, ma anche gli investitori immobiliari.

Il primo appuntamento è stato fissato per l’8 aprile. Verranno messi all’asta lotti nei pressi di San Pietroburgo, Kaliningrad, Vladivostok e Mosca, nella prestigiosa direttrice del Rubliovskoe Shosse.
Redazionale, da materiale www.bbcrussian.com

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