martedì 20 maggio 2008

Agevolazioni fiscali per il trasferimento delle attività produttive in Russia

Negli ultimi anni, molte imprese internazionali hanno trasferito parti del proprio ciclo produttivo nel territorio della Federazione Russa. Tale scelta è stata effettuata sia da gruppi multinazionali di grandi dimensioni (come la Ford Motor Company, la BMW, il Gruppo PSA), sia da numerose PMI. Tra i “pionieri” della delocalizzazione in Russia sono presenti non poche imprese italiane, tra cui la Parmalat, la IVECO, il Gruppo Ferrero, la Indesit – capofila, quest’ultima, della Zona economica speciale di Lipetsk, struturata sull’esempio dei distreti produttivi italiani.
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Tra le ragioni che hanno stimolato il trasferimento delle attività produttive in Russia, un ruolo preminente è occupato dall’insieme delle normative, adottate a partire dagli anni ’90, e finalizzate a creare un clima favorevole all’afflusso degli investimenti esteri nel territorio della Federazione.

Una sezione di tale normative è destinata alla regolamentazione dei pagamenti doganali e dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) per l’introduzione nel territorio della Federazione Russa di macchinari e componenti importati nel paese da un investitore estero, a titolo di apporto al capitale societario di persone giuridiche di diritto russo costituende con partecipazione di capitale straniero. A tali operazioni, in presenza di determinati requisiti tassativi, viene applicato un regime preferenziale, che esonera l’importatore dal versamento del dazio doganale e dell’IVA.

Il regime preferenziale è applicato se i beni introdotti nel territorio della Federazione Russa:

- non rientrano nelle categorie merceologiche soggette ad accisa;
- sono destinati a confluire nel fondo produttivo principale della società costituenda;
- sono introdotti nel territorio della Federazione Russa nella fase della formazione del capitale societario.

Inoltre, per avvalersi del regime preferenziale, i beni introdotti devono rientrare nelle categorie merceologiche dei macchinari produttivi e loro componenti o ricambi, come classificati nella nomenclatura doganale vigente nel territorio della Russia al momento dell’introduzione (la nomenclatura doganale russa è coerente con il Sistema internazionale armonizzato)

I beni sdoganati attraverso il regime preferenziale acquisiscono lo status di “beni sdoganati con riserva” e sono considerati beni esteri a tutti gli effetti. Questo presuppone determinati limiti al loro utilizzo, nonchè la possibilità che i controlli volti a confermare la destinazione d’uso dicharata possano essere effettuati dalle autorità competenti senza limiti temporali, sino alla permanenza di tali beni nel territorio della Federazione Russa.

In presenza dei requisiti indicati, il ricorso al regime preferenziale presenta notevoli vantaggi per l’investitore estero.

Considerando che le tariffe doganali sull’importazione di macchinari ed equipaggiamenti possono rappresentare da un minimo del 5% a un massimo del 10% del valore doganale del bene importato e che l’alicquota IVA vigente nel territorio della Russia è pari al 18%, il ricorso al regime doganale preferenziale può condurre a un risparmio netto pari al 23-28% del valore doganale dei beni importati.

Questo risparmio, che costituisce una piena esenzione dal pagamento dei dazi doganali e dell’IVA, in concomitanza con altre misure volte a facilitare l’afflusso di investimenti esteri nel territorio della Federazione Russa, può rendere particolarmente appetibile il trasferimento del ciclo produttivo nel paese, comportando esso vantaggi competitivi rilevanti per operatore economico estero.
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