giovedì 17 luglio 2008

Il mercato del childrenwear in Russia

Il settore moda e abbigliamento nella Federazione Russa è contraddistinto, ormai da varie stagioni, da una crescita costante e sostenuta. Tra i suoi segmenti, è da considerarsi particolarmente promettente, soprattutto per gli operatori italiani ed europei, quello dell’abbigliamento per l’infanzia. Dai dati ufficiali risulta che il fatturato del mercato degli articoli per l’infanzia cresca in Russia a un ritmo del 15–20 p.c. annuo, e la componente childrenwear costituisce all’incirca la metà di questo settore.
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Grazie all’aumento costante dei redditi e della capacità di spesa, il consumatore russo può oraprestare una maggiore attenzione (e dedicare maggiori risorse) anche alla cura dei propri bambini ed al loro abbigliamento. In un nucleo tipo, circa il 15 p.c. del budget familiare viene imputato a queste voci.
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Se seguiamo una suddivisione standard della clientela, risulteranno tre fasce di acquirenti nettamente distinte in base alla capacità alla spesa e quindi dei punti vendita frequentati:


L’abbigliamento più costoso, appartenente alla fascia lusso od extra-lusso, proviene quasi interamente dall’estero. I grandi marchi italiani, oramai, non vestono in Russia più solo gli adulti ma anche i bambini. A scegliere quali capi acquistare rimangono per lo più i genitori che si dividono tra coloro che preferiscono modelli studiati appositamente per i piccoli da case specializzate nel childrenwear e coloro che invece si rivolgono ai marchi per adulti che adattano le collezioni ad un mercato infantile sempre più esigente e sofisticato. Queste considerazioni sono valide soprattutto se si tiene conto delle varie categorie di età: se per i più piccoli prevale ancora una moda che potremmo definire da “cerimonia”, per i fratellini maggiori, invece, sono richiesti capi oramai “da grandi”. Di questo hanno sicuramente approfittato i grandi marchi che hanno creato delle collezioni parallele per teenagers, che in Russia riscuotono un successo crescente.
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Il cliente russo presta particolare attenzione verso tre tipologie di abbigliamento infantile: abiti da cerimonia (soprattutto da battesimo per i più piccoli e per le feste religiose e non), divise scolastiche (richieste nelle scuole dell’obbligo) e sportwear per tutte le fasce d’età. Chi può spendere per il look tende a scegliere la moda straniera, italiana soprattutto, considerata oggi più che mai il massimo esempio di stile, ricercatezza e qualità in tutto il mondo.
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Ecco che, da più di vent’anni a questa parte sono sorti e continuano a sorgere in tutta l’ex URSS enormi centri commerciali che offrono al loro interno la più ampia gamma di punti vendita e boutique. Per non parlare, poi, degli storici GUM e ZUM nella capitale o Gostinij Dvor a S. Pietroburgo, nei quali sempre più metri quadrati vengono destinati alla moda dedicata ai più piccoli.
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Se Mosca e San Pietroburgo rimangono le capitali anche per quanto riguarda le tendenze e il fashion, a ruota stanno seguendo le principali città della Russia e delle Repubbliche ex-sovietiche, nelle quali sempre più spesso i grandi nomi della moda italiana aprono propri punti vendita monomarchio e dove trovano posto collezioni spesso studiate appositamente per i mercati dell’est. Non c’è da temere, quindi, a breve e medio termine, una saturazione del mercato.
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I gusti estetici e le preferenze non sempre corrispondono a quelli europei, che rimangono più sobri e meno appariscenti. Ovviamente, nella preparazione delle collezioni i produttori devono tener conto del particolare clima delle zone in questione. A questo proposito, va detto che numerosi marchi di pellicce ed abbigliamento da esterno, con l’apertura dei mercati dell’ex-URSS, hanno trovato nuova linfa vitale per le proprie vendite.
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Passando ad analizzare le fasce di acquirenti con una più ridotta possibilità di spesa, essi vestono se stessi ed i propri figli recandosi per lo più in grandi magazzini ed in negozi multimarca. Soprattutto nei centri minori e in provincia, poi, ancora molto diffusi sono i mercati all’aperto o al chiuso. Ben il 75% della domanda interna è coperta dalle importazioni di prodotti europei ed in minor misura americani per quanto concerne la fascia alta di prezzo, di prodotti indiani, turchi o cinesi per quelle più economiche. Proprio dalla Repubblica Popolare arriva in Russia oltre il 50% del totale dell’abbigliamento per l’infanzia.
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La produzione interna, invece, non può competere né con l’alta qualità e la ricercatezza dei primi, né coi bassi prezzi dei secondi. La concorrenza, sia da una parte che dall’altra, sicuramente nuoce alla produzione nazionale, visto che per decenni l’industria tessile è stata considerata di secondaria importanza per lo sviluppo del Paese. Ancora oggi appare svantaggiata rispetto a settori ritenuti prioritari per l’economia nazionale, e si attesta a livelli addirittura più bassi di quelli riscontrati negli ultimi anni del regime sovietico.
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In conclusione, va affermato come il mercato del childrenwear in Russia continui ad offrire buone possibilità di crescita per i brands europei ed italiani, specialmente se capaci di penetrare nel sempre più ricco, ma ancora poco competitivo mercato delle regioni.
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Redazionale, www.russiaexport.org by Cristina Farci da materiali www.commersant-weekend.ru, www.fashionmagazine.it

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