domenica 27 luglio 2008

Segnali di rallentamento anche per l’economia russa

I dati pubblicati dal Rosstat (Istituto di statistca della Russia) hanno dimostrato un rallentamento dell’economia russa nei primi sei mesi del 2008. La notizia è riportata dalle principali agenzie stampa.
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I primi segnali della frenata economica si sono manifestati già in aprile-maggio, con un significativo rallentamento degli investimenti, per poi confermarsi in giugno, cha ha visto una decisa decelerazione della produzione industriale (aumento inferiore all’1 p.c. su base mensile).
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Scendendo in dettaglio, si osserva come, nel periodo gennaio-giugno, gli investimenti sono cresciuti solo del 16,9 p.c., ben al di sotto dei valori registrati nell’analogo periodo del 2007 (+25 p.c). La produzione industriale è aumentata del 5,8 p.c. (7,1 p.c. nel 2007), col dato di giugno che ha raggiunto il minimo degli ultimi anni: + 0,9 p.c., destando particolare preoccupazione. Con l’aumento dei prezzi all’ingrosso del 28,1 pc.c negli ultimi 12 mesi, l’industria perde velocemente competitività nei confronti dell’import, non riuscendo ad assorbire le elevate quotazioni delle materie prime e dell’energia.
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Il commercio non sembra risentire in maniera così eclatante del rallentamento economico, con una crescita pari a 15,2 p.c. nei primi 5 mesi dell’anno (15,3 p.c. nell’analogo periodo del 2007). Tuttavia, anche in questo settore, giugno, segnando solo +13.8 p.c., si conferma come il periodo meno performante degli ultimi 18 mesi. Il rallentamento degli scambi commerciali è imputabile alla contrazione dei consumi di generi alimentari, maggiori vittime dell’ondata inflattiva, mentre per gli altri settori merceologici la crescita rimane sostenuta.
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Rallenta anche la crescita del settore servizi, che dimostra un modesto + 6 p.c. (7,8 p.c. nel 2007, solo 3,2 p.c. nel mese di giugno). Tale decelerazione va ricercata nella minore crescita reale dei redditi, rimasta ferma all’8,1 p.c. (9,5 p.c. nel 2007), raggiungendo il valore minimo proprio nel mese di giugno (+6,6 p.c.). A questo rallentamento si accompagna anche una contrazione del credito al consumo da parte degli istituti finanziari.
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L’inflazione continua la propria corsa, segnando, negli ultimi 12 mesi, un preoccupante +15,1 p.c., valore quasi doppio rispetto all’analogo periodo 2006-2007 (+8,5 p.c.).
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Lo stipendio medio in Russia ha raggiunto, nel giugno 2008, il valore di 17.808 rubli, pari a 490 euro (13.848 rubli nel giugno 2007). L’incremento nominale su base di 12 mesi è stato pari al 28,6 p.c., ma la corsa inflattiva ha annullato una buona parte di questo crescita e l’incremento reale si attesta sul valore del 12-13 p.c., inferiore quindi al 15-17 p.c. dimostrato nel 2007.
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Le importazoni hanno mantenuto un ritmo di crescita non diverso dal 2007 (+40 p.c.), mentre va segnalato un autentico boom delle esportazioni, aumentato di 4-5 volte (+44-51 p.c. rispetto al +9 p.c. del 2007). Tuttavia, le impressionanti entrate garantite dall’export di idrocarburi si depositano sui fondi del Ministero delle Finanze, senza effetti diretti sull’economia del paese.
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I numeri riportati, seppure altamenti positivi quando paragonati agli indicatori delle stagnanti economie ocidentali, dimostrano come la Russia non è rimasta immune agli effetti della crisi economica globale. Gli analisti di settore sono concordi nell’affermare che i preoccupanti dati di giugno costituiscono un serio campanello d’allarme per un paese che ha accumulato straordinarie ricchezze grazie all’export di materie prime, ma che si trova ad affronatare un’inflazione (quasi) galoppante e un settore industriale sempre meno competitivo a livello internazionale.
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Redazionale www.russiaexport.org da materiali www.newsru.com

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