
Il tracollo della borsa di Mosca, che, rispetto ai livelli di massima raggiunti nel maggio 2008, ha ceduto oltre il 60% del proprio valore, secondo le stime degli analisti di settore, ha fatto perdere oltre 260 miliardi di dollari all’élite economica dei “nuovi russi”.
Le svalutazioni più drammatiche hanno colpito proprio chi occupava i primi posti delle classifiche. Oleg Deripaska, Roman Abramovich, Alexey Mordashev – hanno visto i loro attivi, investiti principalmente nei settori estrattivo e minerario, svalutarsi considerevolmente nel corso degli ultimi 8 mesi.
Non sembra, tuttavia, che le disgrazie degli oligarchi trovino comprensione e partecipazione nella popolazione russa, alle prese con la crisi occupazionale, la svalutazione del rublo e i tagli agli stipendi.
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Redazionale, da materiali http://globalist.org.ua
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