
Solo pochi mesi orsono, nonostante Mosca primeggiasse nelle classifiche delle città più care per il costo del metro quadro, gli affittuari si contendevano a suon di dollari ogni fazzoletto disponibile nei nuovi, scintillanti, centri commerciali all’ombra del Cremlino. Per le catene internazionali di abbigliamento, per i giganti della GDO come Auchan e Magnit, per i brand più rinomati del lusso – Mosca rappresentava una destinazione obbligata.
Nulla sembrava poter fermare il famelico consumismo della megalopoli russa, e così i 98 centri commerciali esistenti, per un totale di 2.87 milioni di metri quadrati di spazio vendita, non bastavano più. I piani di sviluppo parlavano di 950 mila metri di nuove aperture nel 2009, di oltre 1 milione nel 2010.
Nei primi tre mesi del 2009 sono stati inaugurati 6 mega malls, per un totale di 370 mila metri quadrati. Ma la crisi internazionale ha ridimensionato pesantemente tutti i progetti di investimento. Secondo le previsioni attuali, nell’anno in corso apriranno non più di 250 mila metri, una stima simile è data per il 2010.
Intanto, nei centri esistenti, aumentano gli spazi liberi, che hanno già raggiunto e superato la soglia media del 10%. Scende bruscamente anche la redditività delle aree commerciali, che non supera oggi il 7-8%.
I proprietari cercano di arginare la fuga degli affittuari, concedendo sconti sempre maggiori, che possono arrivare anche al 100% del canone per i players istituzionali. Tuttavia, la contrazione dei consumi non sembra aver ancora raggiunto il proprio punto di minima e questo continua ad incidere sul riempimento delle aree esistenti, come sull’entrata in funzione dei nuovi centri commerciali a Mosca.
Russia Export
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