
- Imposizione di dazi;
- Il commercio estero e le statistiche doganali;
- L'applicazione di altre misure di regolamentazione statale sulle relazioni commerciali ed economiche connesse con il costo delle merci, compresa l'esecuzione del controllo del commercio di valuta estera e di regolamenti bancari su di essi, in conformità con la legislazione della Russia. Secondo il codice doganale (art. 322): "base imponibile ai fini del calcolo dei dazi doganali e delle imposte sono il valore in dogana delle merci e (o), la loro quantità.
Il Valore in dogana è utilizzato:
- nel calcolo dei dazi doganali tasse ed altri pagamenti doganali
- per l'impostazione del valore per altri fini doganali compresa l'applicazione di multe e sanzioni per i reati doganali in base alle leggi della Russia
- per la manutenzione delle statistiche doganali.
La procedura per la determinazione del valore in dogana è effettuata in base alla decisione del governo RF del 13.08.2006 n. 500 "Il modo di determinazione del valore in dogana delle merci che attraversano il confine doganale della Russia." Come sopra indicato, il valore in dogana delle merci importate è determinato in conformità con la Legge RF "Tariffa Doganale". Il sistema di determinazione del valore in dogana delle merci si basa sui principi generali di valutazione, accettati dalla prassi internazionale. Va osservato che la determinazione del valore delle merci importate, al fine di calcolare i dazi doganali è una delle più complicate procedure doganali.
Per un tempo lungo, i metodi di valutazione del valore in dogana differivano tra diversi paesi in modo significativo. In alcuni paesi, i dazi all'importazione venivanoi riscossi sul prezzo FOB, negli altri sui prezzi CIF (nel qual caso la tassa è stata aumentata di circa il 5%). I calcoli dei dazi doganali potevano avvenire su un determinato prezzo da parte dell'esportatore quali risultava dai documenti di spedizione ovvero con i prezzi di beni analoghi sul mercato mondiale. Tutto ciò comportava una difficoltà per gli esportatori nel non sapere esattamente quale metodo di determinazione del valore in dogana veniva applicate e, quindi, quale sarà il prezzo finale delle merci vendute, da cui dipende l'efficacia delle operazioni di commercio estero. (Lasciando invariata l'aliquota del dazio all'importazione, ma manipolando il modo di calcolare il valore in dogana può aumentare notevolmente il livello effettivo della protezione tariffaria delle dogane" commento del Dr. Russo Sergio ex funzionario delle dogane Italiane.)
Nel 1950 su iniziativa di un certo numero di Stati dell'Africa occidentale è stata conclusa una concenzione sulla definizione di una metodologia unificata per la determinazione del valore in dogana delle merci (Convenzione di Bruxelles sul valore in dogana). Secondo tale convenzione "il valore in dogana è definito come il prezzo normale a cui le merci possono essere vendute nel paese di destinazione al momento della accettazione della dichiarazione doganale". A tale convenzione aderirono più di 70 stati ad eccezione degli USA e del Canada lasciando irrisolto il problema verso quei due paesi. Nel 1979 alla riunione di Tokyo del GATT si stipulò un accordo detto ""Codice del valore in dogana del GATT" ed a questi standard si è adeguata la legislazione doganale Russa a norma del paragrafo 1 dell'articolo 12 della legge federale "Sulla tariffa doganale comune". Nel 1194 (Marrakech, 15 aprile 1994) viene stipulata una nuova convenzione GATT sul valore in dogana che nel principio non differisce di molto dal testo precedente.
Il testo dell' accordo GATT (Parte 2 dell'art. VII) ha definito il valore in dogana come: "la valutazione delle merci importate ai fini doganali, dovrà essere basato sul valore reale delle merci importate che sono esenti da dazi, o un prodotto simile e non deve essere basato sul valore delle merci di origine nazionale o su arbitrari o fittizi stime. Nello stesso articolo del GATT (Parte 5) vengono sanciti i principi di trasparenza e stabilità delle regole di determinazione del valore in dogana. l' attuazione pratica di questi principi consente agli operatori di "stabilire con ragionevole precisione il valore delle merci in dogana". La norma del valore in dogana del GATT stabilisce quindi come principio di base il valore della transazione commerciale definito come il "prezzo effetivamente pagato per importare le merci " (Il prezzo della transazione andrà quindi ad includere i costi l'acquirente quali costi di licenza, commissioni,provvigioni, le spese di imballaggio, ecc.) ovvero il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci quando è disponibile nel paese importatore. Da qui l'assoggettamento del valore in dogana ai seguenti requisiti:
- Il prezzo della transazione che non può dipendere da condizioni che influenzano il prezzo, ma le condizioni che determinano le caratteristiche necessarie qualitativa e quantitativa del prodotto stesso;
- Esportatore e importatore non deve essere interdipendenti;
- Tra Esportatore importatore non ci deve essere ritorno, direttamente o indirettamente di parte dei profitti;
- Assenza di normative statali alle restrizioni per l'importazione.
Nel caso in cui la dogana è impossibilitata ad adottare tali regole le autorità si consultano con l'importatore per determinare il valore in dogana sulla base di metodi alternativi (utilizzando la teoria del prezzo delle merci identiche o simili) se anche in questo caso sorge conflitto di vedute si passerà al calcolo del valore in dogana tenendo conto degli elementi principali della determinazione dei prezzi: il costo di produzione, costo delle materie e delle materie prime, dei profitti, ed i costi connessi con l'attuazione delle merci.
Dott. Sergio Russo
Consulente Camera Di Commercio Italo Russa,Unindustria, Confindustria
Settore Dogane e Certificazioni Gost
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